Trentanove anni. Un attimo prima dei quaranta.
-Quanti sono?
-Eh, trentanove.
-Ancora un ragazzino, praticamente
-I ragazzini non vanno mica in farmacia una volta a settimana…
-See vabbè! Non farla tragica. Al massimo per comprare un integratore e uno sciroppo per la tosse.
-E oki, tachicaf, aspirina… Per non parlare degli esami medici: due al mese.
-E non hai mai niente! Fai bene a farli, si chiama prevenzione. Oppure ipocondria. (ride)
-Umpf. Ridi, ridi… tanto li compio io gli anni.
-“…In the year of thirty-nine came a ship in from the blue…” La conosci? ’39, è dei Queen.
-Non è neanche una delle più belle. Poi 39 è anche un numero dispari e porta sfortuna.
-Ma sentilo! Da quando sei diventato un numerologo superstizioso? Perché in quel caso dimentichi che tre è considerato il numero del potere e il numero perfetto. E nove è un numero sacro che rappresenta il cambiamento, l’invenzione e la crescita.
-Lo sai cos’è il 39 nella smorfia? ‘A funa n’ganna, la corda al collo.
-Certo, però…
-Ed evita di cercare cosa sono il 3 e il 9: la gatta, a cui sono allergico, e la prole, che non ha bisogno di commenti.
-Noioso. 39 anni è l’età in cui il cervello raggiunge il massimo della sua potenza, la stagione in cui funziona meglio, il momento in cui è più rapido, scattante, ricettivo.
-Ah si? E dove lo hai letto, su facebook!?
-È una ricerca reale di un gruppo di neurobiologi. Ho controllato. Per chi mi hai preso?
-Bravo, sei ancora lucido. Si vede che non hai ancora trentanove anni.
-Ehi brontolone, senti un po’: a 39 anni fai spettacoli, fai il lavoro che ti piace, hai una vita che ti appaga. Sei soddisfatto. E non tirare fuori le solite cazzate del tipo “se fossi ricco, bla bla bla”. Se vuoi andare in vacanza, con qualche piccolo sacrificio, puoi andarci. Non ti mancano i soldi per un cinema, una pizza con gli amici, una sera a teatro, un paio di pantaloni o un piccolo sfizio. Non puoi giudicarti solo in base all’auto che hai nel box. Rispondimi: sei felice?
-…si. Si.
-E allora smettila di lamentarti.
-…
-Smettila di lamentarti, non di parlare. (sorride)
-Hai ragione. (sorride)
-Ah, dimenticavo. Auguri Roberto.
-Grazie mille Roberto.